Di sicuro avrai sentito parlare di safari oppure ti sarai imbattuto in qualche foto glamour di celebrità durante i loro lussuosi safari, ma per un normale viaggiatore come è davvero un safari nel XXI secolo? Con questo post cercherò di fare chiarezza sui safari africani e cosa rappresentano per la maggior parte dei viaggiatori al giorno d’oggi.

Cos’è un safari africano?

Secondo la definizione tradizionale, per safari si intende qualsiasi viaggio o spedizione nella natura selvaggia per cacciare la fauna selvatica anche se, nel corso degli anni, il concetto di safari si è profondamente modificato fino ad assumere una connotazione più ampia ed etica in cui l’idea di caccia è stata man mano sostituita da quella di osservazione e conoscenza dei luoghi e delle genti che qui vi abitano. Il safari permette dunque di:

  • Confrontarsi con le culture locali dell’Africa
  • Esplorare luoghi panoramici e meraviglie naturali
  • Visitare luoghi storici e attrazioni turistiche
  • Vivere un’avventura con escursioni all’aperto

La maggior parte dei safari africani sono viaggi via terra, e quindi su strade quasi mai asfaltate, ma possono anche essere fly-in (atterrando direttamente nei parchi), in barca, notturni, a piedi e d’altro tipo.

Noi di Primaland Safaris Tanzania Lmt siamo particolarmente contenti che la storia stia andando in una direzione molto più rispettosa della natura e della fauna, purtroppo profondamente messe in crisi da alcuni scellerati che ancora oggi, per fortuna meno che in passato, fanno sfoggio di potenza ed esibiscono trofei che riflettono, invece, la pochezza dei loro comportamenti. 

La forza secondo noi è nel rispetto del più debole, non nella distruzione di bellezze incomparabili e, purtroppo, insostituibili. A tal proposito, non organizziamo safari di caccia, né appoggiamo in alcun modo la caccia come sport. Uccidere per ottenere un trofeo è retaggio di un passato coloniale fortunatamente non più in voga nella maggior parte d’Africa, ormai consapevole che la prosperità passi necessariamente dalla conservazione dell’ambiente e delle biodiversità, per un turismo etico e solidale. In virtù di ciò, ci occupiamo solo ed esclusivamente di organizzare safari fotografici negli angoli più suggestivi di Tanzania, promuovendo al tempo stesso le meraviglie davvero incomparabili di questo angolo di paradiso.

Origini della parola – Etimologia di Safari

Dapprima in Arabo, poi in Swahili
Il termine deriva originariamente dalla parola araba safara, che significa “un viaggio”,  

penetrata nell’Africa orientale dove fu adattata al verbo swahili kusafiri che significa “viaggiare”.
Da ultimo in inglese 

La parola swahili così ottenuta fu usata per la prima volta nella lingua inglese nel 1860 come forestierismo, si pensa ad opera del leggendario esploratore britannico Sir Richard Francis Burton, per poi divenire parola d’uso comune dal 1890.

A tutt’oggi le principali definizioni del termine riflettono ancora un’idea di caccia, nonostante sia in atto una sostanziale ridefinizione del concetto di safari a livello globale, grazie soprattutto ai contributi delle varie associazioni ambientaliste e di una cultura della salvaguardia dell’ambiente che va man mano diffondendosi. 

Si veda una definizione al seguente link: https://www.treccani.it/vocabolario/safari/ 

Il safari di ieri…

Come già accennato, in epoca coloniale il safari era nell’immaginario collettivo l’esaltazione della forza dell’uomo e della sua abilità di imporsi sulla natura selvaggia e le sue creature feroci. Ciò dunque si tramutava nell’andare a caccia di animali di grandi dimensioni (Big game),  ucciderli e faticosamente trasportarli via terra come trofei di caccia con l’aiuto dei numerosi abitanti dei villaggi delle tribù locali. 

L’espressione “Big Five” fu originariamente coniata dai cacciatori di caccia grossa per indicare, all’interno dei “big game”,  gli animali più pericolosi: leone, leopardo, rinoceronte, bufalo ed elefante erano quindi i trofei più ambiti in questo macabro rituale.

Il presidente americano Teddy Roosevelt rese popolare negli Stati Uniti il concetto di safari quando si imbarcò in una spedizione di caccia di proporzioni enormi apparentemente con lo scopo di riempire lo Smithsonian Institute di esemplari africani. 11.400 animali caddero sotto i colpi dei fucili, di cui 512 erano ‘big game’ – elefanti, leoni, leopardi, bufali, ippopotami e rinoceronti, compresi sei rinoceronti bianchi – rari anche all’epoca.

…e quello di oggi 

Il concetto di safari si è profondamente modificato negli anni, finendo per assumere il significato di viaggio-vacanza nel pieno rispetto della sostenibilità e dell’etica ambientale, ma comunque restano sempre i “Big Five” l’obiettivo principale del safari. Di essi, dopo anni ed anni di caccia sconsiderata, solo il bufalo non è minacciato o in pericolo, mentre gli altri sono tutti a rischio di estinzione e, per questo, al centro di programmi di protezione. 

Fortunatamente il safari evoca sempre più spesso scene non cruente, con i partecipanti che “sparano” foto invece che proiettili. Non per questo, però, l’emozione vien meno! L’adrenalina accompagna lo scatto di oggi come lo sparo di ieri, perché fondamentalmente basta la vista di un mastodontico rinoceronte o leone che sia a suscitare sensazioni incredibili. Al cospetto di questi enormi esemplari si comprende in un attimo la fragilità dell’uomo spogliato della tecnologia e si apprezza l’abilità delle tribù locali di sopravvivere in un territorio così ostile, benché meraviglioso, senza gli ausili della modernità!

Le entrate economiche che ruotano intorno a questa imponente macchina turistica sono in gran parte utilizzate a beneficio della fauna selvatica e delle popolazioni locali. Grandi investimenti sono destinati alla salvaguardia degli ecosistemi e delle specie animali autoctone, in queste aree rimaste oramai tra le poche dell’intero pianeta dove poter osservare la natura in tutta la sua magnificenza. 

Le compagnie che organizzano i safari partecipano dunque direttamente a progetti di tutela o, indirettamente, generano introiti fondamentali per la salvaguardia delle aree di conservazione, riserve e parchi nazionali.

L’ecoturismo è un’industria fiorente e, nella moderna accezione del termine, attenta alle prerogative dell’ambiente. Si soggiorna in strutture a basso impatto ambientale, in modo dunque ecologicamente sostenibile e socialmente responsabile. A tal proposito, le interazioni culturali offerte dalle agenzie avvengono nel rispetto delle popolazioni locali, la cui economia ne beneficia fortemente attraverso cospicui introiti e piena occupazione.

Caccia controllata e Caccia in scatola

A volte la caccia – o l’abbattimento – è necessaria, in funzione della conservazione, per controllare la sovrappopolazione di una certa specie, ma in moltissimi è un’impresa triste e patetica, in particolare nel caso della “caccia in scatola”. 

Durante questi crudeli safari l’animale, allevato in cattività, è trasportato in un recinto e i cacciatori pagano prezzi enormi per essere portati a distanza ravvicinata dall’animale, spesso disorientato e talvolta sedato, ed essere in condizioni di sparare da vicino. Solitamente la carcassa, a fronte di grandi spese, è spedita a casa del turista per essere esposta come trofeo, a nostro modesto avviso testimonianza di crudeltà e ignoranza! 

Giustificazioni per i safari di caccia?

L’industria venatoria africana ha per molti anni asserito che la maggior parte degli introiti derivanti dai safari di caccia sia stata destinata a progetti di tutela e conservazione ambientale, il che rappresenta una profonda contraddizione. Del resto bisogna riconoscere che molte operazioni di caccia hanno una ricaduta positiva sulla comunità locale, con posti di lavoro, finanziamenti comunitari e carne degli animali cacciati a lei destinata. Non è facile dunque bandire tali pratiche, nonostante tali affermazioni siano state usate  per scoraggiare il bracconaggio e come giustificazione per la continuazione di questa disgustosa pratica, molto discutibile dal punto di vista ambientale. 

Tuttavia, più recentemente, alcune associazioni ambientaliste hanno messo in dubbio tali giustificazioni affermando, dati alla mano, che i safari fotografici sono ben più remunerativi e che gli introiti dell’osservazione faunistica sono effettivamente impiegati in opere di salvaguardia delle specie e nelle attività ad esse legate.

Molto recentemente, il Botswana ha bandito del tutto i safari di caccia e, nonostante il paese sia stato una delle principali destinazioni per questa tipologia di turismo, ha  ricavato introiti considerevoli dalla promozione dei safari fotografici, che paiono essere molto più di una moda passeggera (ci auguriamo vivamente sia così anche negli anni a venire).

Quali sono i tipi di safari?

Oggi è disponibile una varietà infinita di opzioni per un safari. E’ possibile combinare i parametri tenendo conto del budget, del tempo, delle attività e delle località desiderate in modo da soddisfare anche la clientela più esigente.

1. Safari economici

Ecco alcune delle opzioni di safari più economiche:

Tour/Safari via terra
I più economici tra i safari organizzati sono quelli in campeggio via terra. Si utilizzano camion da safari per gruppi di persone medio-grandi.

Safari di campeggio economici
Il livello successivo in termini di prezzo è il safari in campeggio economico, che può essere organizzato sia in solitaria che in gruppo e prevede l’utilizzo di aree riservate al campeggio per il pernottamento.

Safari economici
Sono ad un gradino più alto rispetto al campeggio, e prevedono un mix di sistemazioni fisse e in campeggio all’interno o nei pressi dei parchi lungo il percorso.

Safari standard
Le sistemazioni utilizzate prevedono lodge e campi tendati a breve distanza dai punti salienti del viaggio in modo da abbreviare i trasferimenti da un parco all’altro.

Safari in campeggio mobile
L’accampamento è in campeggi privati e/o pubblici e ci si sposta in 4×4 da un sito all’altro con guide, personale e attrezzatura da campeggio al seguito. Sono safari dal basso impatto ambientale il cui prezzo dipende dal numero di persone che costituisce il gruppo e dal fatto che si richieda assistenza per il montaggio del campo o si provveda autonomamente.

Safari di fascia media
Si soggiorna in lodge confortevoli ma non di lusso, avendo a disposizione un servizio di più personalizzato rispetto ai safari di fascia standard, pur non avendo a disposizione le raffinatezze dei safari di lusso.

2. Safari di lusso

Organizziamo safari anche per una clientela più esigente, disposta a pagare di più pur di avere il massimo in termini di comfort ed esclusività, dei quali illustriamo brevemente qui di seguito le caratteristiche salienti.

Safari in lodge: I lodge selezionati per questa tipologia di safari servono come base per esplorare le riserve di caccia e sono situati all’interno o nelle vicinanze dei parchi naturali. Sono chiaramente di fascia medio-alta fino ad arrivare a lodge veramente superbi, il cui costo però è anch’esso molto elevato. Questo tipo di safari include generalmente i trasferimenti dall’aeroporto o dalla città vicina, ma non il volo da un parco all’altro poiché il trasferimento viene effettuato in jeep.

Safari di lusso: Si soggiorna in lodge e hotel di fascia alta, ma l’itinerario è già stabilito. I clienti pagano di più per la privacy extra, le strutture sontuose, le attività esclusive di osservazione degli animali e le sistemazioni eleganti. I safari di lusso di ultima generazione includono caratteristiche come trattamenti termali, crociere in barca privata, cene private in luoghi selvaggi e così via.

Safari su misura: I safari su misura si trovano all’estremità superiore della piramide dei prezzi. Si tratta di viaggi di lusso appositamente studiati per soddisfare le aspettative del viaggiatore più esigente. I clienti possono aspettarsi di essere coccolati e curati ad ogni passo, esplorando riserve di caccia private e alloggiando in lodge privati di super lusso.

3. Safari Fly-in – Viaggio diretto

Volare è un ottimo modo per avere una visione d’insieme delle aree selvagge e persino avvistare la selvaggina dall’alto, ma questa tipologia di safari è di solito molto più costosa. Ci si reca direttamente a destinazione tramite volo diretto e ci si sposta allo stesso modo tra le varie tappe del viaggio, evitando dunque i trasferimenti sulle proverbiali strade accidentate di questa parte d’Africa e visitando, in tal modo, luoghi altrimenti inaccessibili. 

Bisogna tener conto, però, che gli aerei utilizzati sono di piccole dimensioni, dunque è necessario viaggiare con pochi bagagli e di piccole dimensioni, in modo da non avere problemi.

Si possono trovare anche safari che includono viaggi via terra e aria, nei quali ci si sposta in aereo solo tra alcune delle tappe e in jeep nella restante parte. Tale tipologia è un buon compromesso che consente, al tempo stesso, di avere molti dei vantaggi dei safari fly-in a un prezzo decisamente più accessibile. 

4. Dimensioni del safari 

Un safari oggigiorno può assumere le caratteristiche più diverse per ogni tipologia di clientela, dalla piccola fuga di un weekend in una riserva di caccia a un epico viaggio di mesi attraverso vari paesi del continente africano.

Ci si sposta in gruppi di persone il cui numero varia considerevolmente, ma generalmente i safari lunghi ed economici prevedono gruppi di grandi dimensioni, che diventano man mano sempre meno numerosi al crescere della qualità e, conseguentemente, del prezzo. 

Molti safari sono a misura di famiglia, dunque adatti anche per i bambini, e prevedono spostamenti e visite in zone meno rischiose soprattutto per quanto riguarda il rischio di malaria.

Concludendo

Il safari sta guadagnando una nuova reputazione, liberandosi delle vecchie connotazioni insensibili e maturando in uno stile di viaggio responsabile e benevolo in Africa.

I safari contemporanei si sono evoluti in viaggi che comprendono molto di più dell’esperienza indimenticabile dell’osservazione della fauna selvatica e del soggiorno nella savana. 

Il safari del 21° secolo combina gli incontri con gli animali  con una varietà di avventure di viaggio affascinanti ed eccitanti – da soggiorni in città e interazioni culturali a fughe in spiaggia.

“Se ci fosse un’altra cosa che potessi fare, sarebbe fare un safari ancora una volta”. – Karen Blixen (Autore di “La mia Africa”)

 

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