Il popolo dei Masai, che abita tra il Kenya e la Tanzania, si caratterizza per una cultura decisamente unica, diversa non solo da quella occidentale ma anche da quella di molte altre tribù africane. Questa popolazione, che vive in clan, basa il proprio sostentamento soprattutto sull’allevamento e abita in villaggi molto isolati, situati a chilometri di distanza dagli insediamenti più vicini.

Tra le tribù della Tanzania più suggestive, i Masai sono concentrati soprattutto nei dintorni del Cratere Ngorongoro e nelle zone di Arusha. Le case in cui abitano si trovano in questi contesti decisamente straordinari, in cui i villaggi sono strutturati secondo un approccio familiare: anche per questo ci si può sposare solo con membri di altri villaggi.

Le tradizioni dei Masai

Sono quattro i passaggi di età che contribuiscono a definire gli uomini Masai: ì

  • gli iniziati
  • i guerrieri
  • i giovani anziani
  • gli anziani

Sono proprio gli anziani a detenere il potere, non solo in riferimento agli affari economici, ma anche dal punto di vista dei riti e della gestione della giustizia.

Le case dei Masai sono composte di fango e sterco, sostenute da strutture di rami. Il modo in cui le abitazioni sono disposte segue un criterio ben preciso: sulla destra dell’ingresso principale, la prima casa è del capo famiglia e la seconda è della prima moglie; sulla sinistra, invece, la prima casa è della seconda moglie e le altre sono dei bambini.

Le case sono prive di finestre e sono alte meno di tre metri: comprendono un focolare destinato alla preparazione dei cibi, il letto dell’uomo e il letto della donna.

La storia dei Masai

Si racconta che l’origine dei Masai debba essere fatta risalire a Mamasinta, il progenitore di questo popolo che risalì il grande burrone.

Ovviamente arrivare a una verità storica è molto difficile, visto che ci si deve affidare soprattutto alla tradizione orale; tuttavia se ci si basa sugli indizi archeologici e linguistici che si possono individuare si può scoprire che intorno al Cinquecento i Masai partirono dalla valle del Nilo per migrare verso sud: si trattava delle popolazioni nilotiche, da cui discendono i nilotici che oggi risiedono in Tanzania, in Kenya, in Uganda e nel sud del Sudan.

I Masai si sarebbero divisi dopo una battaglia tra i Pokot e i Turkana: alcuni sarebbero andati sugli altopiani di Laikipia, mentre altri avrebbero scelto le savane ai piedi del monte Marsabit.

I matrimoni Masai

Anche se sono cattolici, gli uomini Masai possono avere più di una sposa. Nella maggior parte dei casi il primo matrimonio si svolge quando la donna ha 14 anni (insomma, è ancora una ragazza) e l’uomo non è molto più grande: si tratte di nozze combinate dalle famiglie degli sposi.

Prima di potersi unire in matrimonio con la ragazza prescelta, il futuro sposo deve entrare nella savana e ammazzare con la lancia un leone: si tratta non solo di un dono per la donna, ma anche di una dimostrazione di forza.

La famiglia dello sposo compra la donna con un certo numero di mucche, che variano in base alla ricchezza della famiglia stessa e alla bellezza della ragazza. Dopo il primo matrimonio, gli uomini possono sposarsi ancora, e cioè continuare a comprare ragazze, con cui avere altri figli. I maschi sono destinati a occuparsi del bestiame, mentre le femmine sono considerate sinonimo di ricchezza, visto che possono essere scambiate con le mucche.

La cultura e le arti

Una caratteristica curiosa dei Masai è l’assenza di strumenti musicali: questo vuol dire che la sola musica di cui possono godere è quella del canto a cappella. Quasi sempre i canti prevedono un solista e un coro che risponde. Le canzoni fanno da accompagnamento per le danze: le donne muovono avanti e indietro il collo mentre gli uomini saltano a turno.

Per quel che riguarda l’arte, invece, è consuetudine la realizzazione di tatuaggi sul corpo, mentre i colori degli orecchini e dei bracciali segnalano lo status di chi indossa questi accessori oppure indicano di quale clan si fa parte.

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